E' destinata a restare nella storia dell'hockey l'emozionante e vibrante sfida Stati Uniti e Russia vinta dagli stellati (3-2) solo all'ottava serie dei tiri di rigori valevole per il girone preliminare del gruppo A del torneo olimpico maschile.
Usa - Russia è da sempre una partita che va oltre allo sport. Nell'ultimo precedente olimpico che risale a Torino 2006, aveva vinto la Russia (5-4), ma anche in quell'occasione non era un incontro che decretava titoli o medaglie (era l'ultimo match della prima fase). La coreografia sugli spalti del Bolshoe Ice Dome di Adler è stata quella delle grandi occasioni. In tribuna si respirava un'aria di finale, un'aria di festa. Fuori dalla stadio sia nel pre-partita che nel post, si sono viste le due tifoserie posare assieme in segno di amicizia.
A seguire la partitissima 11.600 persone. Ovviamente la maggioranza era russa anche se le bandiere a stelle e strisce erano parecchie anche in mezzo a quelle bianco, azzurro e rosse. Tra le varie bandiere, anche una dell'Unione Sovietica portata da qualche nostalgico. Infatti, è dagli anni dell'Urss che la Sbornaja (come viene chiamata la nazionale russa) non vince un titolo olimpico. L'ultima volta fu nel 1988 a Calgary, poi nel 1992 ad Albertville vinse la squadra della Comunità degli Stati Indipendenti ma il vessillo era quello dei cinque cerchi olimpici.
Sotto l'aspetto prettamente sportivo è stata una partita indimenticabile per la qualità del gioco. I grandi protagonisti sono stati, in particolare, il capitano della Russia, Pavel Datsyuk autore del primo gol del vantaggio e del pareggio del 2 a 2, lo statunitense Joe Pavleski, che ha fatto andare sotto di una rete i padroni di casa e i due rigoristi, Ilya Kovalchuk e T.J.Oshie. Di quest'ultimo il gol vittoria.